Scrittore e poeta russo. Appassionato della cultura
classica, tradusse Orazio ed Euripide. Scrisse tre volumi di liriche (
Canti
sommessi, 1904;
Il Cofano di cipresso e
Ultimi versi,
pubblicati postumi rispettivamente nel 1910 e nel 1923), di raffinata
intonazione decadente e permeati, nella consapevolezza della vanità delle
cose, di profonda tristezza. Costituiscono una novità nell'ambito del
simbolismo russo per il rigoroso sistema di fitte corrispondenze simboliche che
si instaurano fra stati d'animo del poeta e realtà esterna. Autore di
drammi che si richiamano strettamente agli schemi compositivi del teatro greco
(
Melanippa filosofo, 1901;
Laodamia, 1907),
A. ha lasciato
anche due volumi di saggi critici,
Il libro dei riflessi (1906) e
Il
secondo libro dei riflessi (1909) (Omsk 1856 - Pietroburgo
1909).